Critica

Mentre Giovanni mi racconta il suo pensiero aristico, sento la forte presenza dell’arte che diventa materia in un’atmosfera di armonia così piena che mi sembra di poterla toccare. Di tanti pensieri, di tante parole dense di ricordi, di suggestioni, ripropongo solo alcune frasi, le più significative. «L’essere umano con la sua essenza, nel suo divenire, questo l’oggetto del mio forte lavoro di introspezione» dice Calandrini «ricerco in me, nel mio spirito, nel mio pensiero lo spazio astratto dell’opera, e attraverso la realizzazione delle forme, raggiungo la consapevolezza del mio essere, come se mi trovassi in un flusso di energie che si inseguono e che catturo».

«L’infinito limita se stesso e diventa uomo. Il limite dello spazio dà forma in senso molto complesso». Gli chiedo come l’ambiente abbia influito sulla sua ricerca e mi risponde che «il luogo dove vivo così puro, semplice, “vero” mi dà la possibilità di riflettere e di scoprire me stesso, l’uomo al di là dello scultore…prima dello scultore. Vivo con molta intensità queste meditazioni, che mi portano a trasformare la materia in scultura. Il silenzio diventa spazio, rappresentativo dello spirito, la materia diventa forma, “persona”. E’ come se qualcosa di puro che vive in me, cominciasse a delineare il contorno, vivificato dalla coscienza del mio esistere».

Ida Gerosa

Giovanni Calandrini scultore, ceramista.

Artista e artigiano, uomo, anima.

Nel guardare le sue opere si avverte la forte presenza dell’arte. Arte che è diventata materia.

Nell’opera finita si vede il lavoro profondo di introspezione che precede ogni sua ricerca. Ogni particolare racconta la “danza” dei pensieri seguiti nella creazione dei ritmi che scandiscono vuoti e pieni, mentre flussi di energie invitano lo spettatore ad entrare con trasporto e partecipazione nella poetica dell’artista.

Il silenzio, il suo silenzio è diventato spazio rappresentativo dello spirito. La materia grezza ha preso forma e….dichiara l’essenza del suo autore.

Ida Gerosa